Intervista a Marco Scandelin

"Greener è un progetto non solo avveniristico, ma anche utile per il pianeta: in un contesto internazionale in cui SoftJam collaborerà con otto partner, tra cui il Fraunhofer Institute, si propone lo scopo di sviluppare un rivoluzionario sensore capace di captare sostanze inquinanti nelle acque".

Carolina Sabbatini di 4Plays Italia intervista Marco Scandelin, Head of Grants and Strategic Partnerships in SoftJam.

Buongiorno Marco, grazie per questa intervista. Ci muoviamo nel campo Ricerca e Sviluppo SoftJam, e all’orizzonte vedo un progetto prestigioso ed importante di nome Greener: puoi dirmi di cosa si tratta? Buongiorno a te, Carolina. Greener è il primo progetto europeo di SoftJam e, con orgoglio, ti dico che, tra tutti, è forse quello che meglio chiarisce le ambizioni che abbiamo, ovvero accrescere le nostre conoscenze andando ad alzare il livello della sfida nell’applicazione delle tecnologie. Si tratta di un progetto di ricerca avveniristico nell’ambito dell’ingegneria dei materiali, più in particolare parliamo di nanotecnologie, sviluppato in un contesto internazionale che vede la collaborazione di otto partner, tra cui uno dei centri di ricerca applicata più importanti d’Europa, il Fraunhofer Institute. Greener rappresenta dunque un passo importante per un’azienda che cresce nella parte innovativa e fa ricerca e sviluppo sempre più ad alti livelli: dopo l’esperienza che abbiamo maturato in ambito regionale e nazionale negli anni passati, oggi ci presentiamo di fronte un interlocutore d’eccellenza come l’Europa; di certo una grande opportunità, per presentare SoftJam e le sue soluzioni ma anche per continuare ad arricchire e migliorare le nostre competenze.

Una grande occasione, frutto di impegno e lavoro duro, ma anche un sigillo alla passione che in SoftJam mettete nelle attività di ricerca e sviluppo: dico bene? Benissimo, ma non ti ho ancora detto che abbiamo un doppio motivo per essere orgogliosi di Greener: il progetto non è solo tecnicamente bello e avanzato, è anche utile per il pianeta. Lo scopo, infatti, è sviluppare un rivoluzionario tipo di sensore capace di captare sostanze inquinanti nelle acque, nello specifico ormoni, anche quando esse sono presenti in quantità piccolissime. Per farti un esempio, uno degli scenari su cui sarà testato sarà l’acquaponica, un tipo di coltura totalmente ecosostenibile. Utilizzeremo una tecnica di frontiera per sviluppare sensori sempre più precisi e versatili, ad altissima sensibilità.

Wow! E, nel dettaglio, cosa farà SoftJam in questo progetto così ambizioso? In Greener, SoftJam si occuperà di sviluppare un algoritmo in grado di riconoscere la “firma energetica” di una particolare sostanza inquinante e di stabilire quale sia la sua concentrazione nell’acqua. Per riuscire a farlo, verranno confrontati i dati che arrivano dai macchinari di laboratorio tramite la tecnica di analisi ‘tradizionale’ con quelli raccolti con lo strumento portatile dotato del nuovo tipo di sensore che verrà sviluppato dai nostri partner di progetto. Saremo un po’ come degli investigatori che mettono a confronto le impronte digitali dei sospettati per identificare il colpevole… dell’inquinamento in questo caso!

Davvero molto affascinante… Già, ma non è tutto: una volta consolidata, questa tecnica sarà replicabile anche su altre sostanze e quindi aprirà la possibilità a nuove applicazioni in diversi settori industriali, come quello chimico, per esempio. Applicazioni che potrebbero interessare non solo il mercato nazionale, ovviamente.

Cosa significherà per SoftJam oltrepassare i confini nazionali della ricerca? Mi spiego meglio: credi che Greener possa essere il primo passo verso una serie di collaborazioni internazionali capaci di ampliare il raggio, non solo geografico, di sviluppo delle vostre tecnologie? Greener sarà il biglietto da visita che permetterà a Softjam di accreditarsi tra le aziende capaci di sviluppare soluzioni all’avanguardia, tecnicamente avanzate, appetibili per i mercati. Oggi più che mai ci sentiamo pronti a fare il grande passo, ancora più in questo momento che vede SoftJam in grande evoluzione.

Cosa intendi? L’acquisizione di SoftJam da parte di Lutech è un boost incredibile per gli sviluppi futuri: le competenze di SoftJam e di Lutech sono complementari, dunque unendole possiamo potenziare la nostra forza sul mercato, sia qualitativamente che quantitativamente. Sedere al tavolo europeo come grande azienda, in termini di dimensioni, risorse e fatturato, apre nuove opportunità: una sinergia che permetterà di sviluppare l’ambito ricerca e sviluppo anche grazie ad un confronto sulle tecniche, le applicazioni, e sugli strumenti che possono essere integrati o implementati insieme.

Quindi, dopo l’Europa… il mondo? Non ci poniamo limiti, anche se, seppure con lo sguardo a domani, per il momento rimaniamo concentrati sul qui e ora: l’Europa è una sfida di eccezionale importanza per noi che, grazie al progetto Greener, rientriamo in una rosa di partner che gestiscono progetti di ricerca ad altissimo potenziale di innovazione. Per restituirti la portata di questo genere di progetti, posso dirti che Greener è stato selezionato su un bando ad altissima competizione ed avrà un budget vicino ai quattro milioni di euro. Sottolineo che sarà interamente finanziato dalla Commissione Europea ed anche questo è indicativo dell’importanza e dell’alto potenziale della tecnologia che intendiamo realizzare.

Quale sarà il ruolo esatto di SoftJam in questo progetto e, soprattutto, quando partirà? SoftJam sarà leader del Work Package dedicato a Data processing and AI algorithms development e il progetto partirà nel gennaio 2023, con una durata prevista di circa tre anni, al termine dei quali ci poniamo l’obiettivo di dare il nostro contributo affinché la ricerca possa portare alla produzione industriale di questi sensori, sviluppati su basi scientifiche..

Un’ultima domanda prima di congedarci, Marco: qual è stata, secondo te, la caratteristica di SoftJam che l’ha portata in Europa? Quello che potremmo chiamare il suo segno particolare sulla carta d’identità… Bella domanda, anche se di difficile risposta. Potrei tornare a parlarti di capacità e coraggio nella strategia industriale di quest’azienda che ha tanta voglia di crescere ancora, ma se mi spingi a individuare un elemento distintivo di SoftJam che può aver fatto la differenza ti rispondo: la concretezza. In SoftJam facciamo poco fumo e tanto arrosto! Abbiamo competenze specifiche e siamo bravi nel tradurre i progetti più innovativi in prodotti.

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